Nel vasto panorama pittorico che precede il ciclo dedicato ad Ulisse, Enrico Longfils trova spazio per diverse sperimentazioni e per molti modelli di riferimento. La sua pittura, tutt’altro che ingenua, è ricca di riferimenti colti e di una conoscenza profonda della storia dell’arte. Della contemporaneità che viveva, già dagli anni ’60 e ’70, mal sopportava le eccessive derive concettuali e affermava che “non è saggio abbandonare totalmente il campo dell’arte nelle mani dei soli artisti i quali,lasciati a sé stessi” avrebbero scavato un solco “insuperabile tra pubblico e artista” tale da annullare il lungo dialogo che dall’arte classica “costituisce in buona parte la testimonianza della nostra civiltà”.






